Obsolescenza programmata: il lato oscuro della tecnologia moderna

L’obsolescenza programmata è una pratica che consiste nella progettazione di prodotti tecnologici in modo da limitarne la durata e obbligare i consumatori ad acquistare nuovi modelli. Questa tendenza ha avuto origine negli anni ’20 con la diffusione delle lampadine a incandescenza, ma si è poi estesa a molti altri prodotti come smartphone, computer, televisori e altri dispositivi elettronici.

L’obsolescenza programmata può assumere diverse forme, tra cui la riduzione della durata dei componenti del dispositivo, l’introduzione di funzionalità obsolete o la limitazione dell’accesso alle parti di ricambio necessarie per riparare il prodotto. La pratica è spesso giustificata con argomenti come la necessità di innovazione e il miglioramento della qualità dei prodotti, ma molti esperti sostengono che l’obsolescenza programmata sia soprattutto un modo per aumentare i profitti delle aziende.

Uno degli esempi più noti di obsolescenza programmata è quello dei produttori di stampanti, che spesso includono chip di controllo nel toner o nelle cartucce d’inchiostro per impedire il loro riutilizzo o il loro ricaricamento. Questo obbliga i consumatori ad acquistare costose cartucce nuove, anche se quelle vecchie potrebbero essere ancora utilizzabili.

L’obsolescenza programmata rappresenta un problema non solo per i consumatori, ma anche per l’ambiente. La produzione di nuovi prodotti comporta infatti un consumo elevato di risorse naturali e l’emissione di gas serra nell’atmosfera, contribuendo così al cambiamento climatico.

A fronte di questo scenario, sono emerse diverse iniziative per contrastare l’obsolescenza programmata. In molti paesi, ad esempio, è stato introdotto il diritto alla riparazione, che obbliga i produttori a fornire parti di ricambio e manuali di riparazione ai tecnici indipendenti. Inoltre, molte associazioni di consumatori promuovono la diffusione di prodotti a durata estesa o di prodotti ricondizionati, come alternative più sostenibili all’acquisto di nuovi dispositivi.

In conclusione, l’obsolescenza programmata rappresenta una pratica controversa che ha implicazioni negative sia per i consumatori che per l’ambiente. È importante che le aziende assumano una maggiore responsabilità sociale e ambientale nella progettazione dei loro prodotti, favorendo soluzioni che garantiscano una maggiore durata e sostenibilità dei dispositivi.

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